TIPOLOGIA: attentato
CAUSE: camion-bomba
DATA: 19 aprile 1995
STATO: Oklahoma
LUOGO: Oklahoma City, Alfred P.
Murrah Federal Building
MORTI: 168
FERITI: 682
Analisi e ricostruzione a cura di Luigi Sistu
Centro di Oklahoma City, 19 aprile 1995, dalle ore 08:57 davanti all’edificio
Alfred P. Murrah è parcheggiato un grosso furgone nell’area di scarico nel retro
della struttura, proprio di fronte all’Ufficio di Previdenza Sociale. All’interno
della cabina, vuota, due micce accese stanno consumando centimetri uno dopo
l’altro. Timothy McVeigh, un veterano della guerra del Golfo, sceso in tutta
fretta, ha gettato le chiavi in un tombino prima di salire su un’auto ferma a
lato strada dove lo attendeva a bordo un amico, Terry Nichols, lasciato davanti
ad essa pochi minuti fa e che con una potente accelerata è partito sgommando in
direzione della periferia. McVeigh e Nichols si erano conosciuti nel 1988 a
Fort Benning, in Georgia, durante l'addestramento di base per l'inquadramento
nell'Esercito degli Stati Uniti d’America. Soldato modello e reduce della
Guerra del Golfo, dopo aver lasciato l'esercito, McVeigh aveva iniziato a
vagabondare per il paese sbarcando il lunario col commercio di armi di
contrabbando alimentando assieme al suo amico l’odio nei confronti di un governo
“usurpatore dei diritti dei cittadini americani”. Ai due si era unito anche
Michael Fortier, un vecchio compagno di stanza con cui condivideva il medesimo
sentimento di rabbia ma soprattutto, per il Federal Bureau of Investigation,
l’FBI. E proprio due episodi legati ad operazioni condotte dai federali erano
stati determinanti nel far maturare in loro la decisione di colpire al cuore lo
Stato americano: l'assedio di Ruby Ridge, nel nord dell'Idaho, dove nell'agosto
del 1992 durante una verifica per detenzione di armi erano rimasti uccisi la
moglie e il figlio del leader neonazista Randy Weaver, membro delle Aryan
Nations, che da anni viveva in perfetto isolamento con la sua famiglia, e il
blitz della polizia dell’aprile del 1993 al ranch di Waco, in Texas, alla sede
dell'organizzazione dei Branch Davidiani in cui erano morte 76 persone e lo
stesso leader della setta David Koresh. Inizialmente deciso a colpire con un
attentato dinamitardo un edificio federale esclusivamente a scopo dimostrativo,
McVeigh aveva successivamente maturato il convincimento che il suo messaggio
sarebbe stato più efficace se ci fossero stati dei morti, una valanga di morti,
in una struttura che avrebbe dovuto ospitare almeno due dei tre apparati
federali: l’ATF, il Bureau of Alcohol, Tobacco and Firearms, l’FBI, il Federal
Bureau of Investigarion, e la DEA, il Drug Enforcement Administration. L’edificio
di Oklahoma City, l'Alfred P. Murrah Federal Building, perfetto in tutto aveva fatto
cadere la scelta su di esso. McVeigh e Fortier si erano recati ad ispezionarlo
a dicembre dell’anno scorso. Costruito nel 1977 e progettato per resistere ad
un uragano con una forza di 160 chilometri orari è gigantesco, un edificio in
calcestruzzo armato di 9 piani. La massiccia struttura, che ospita 14 agenzie
federali, contiene all’interno anche gli uffici di reclutamento per l'Esercito
e il corpo dei Marines. Non potevano sperare di meglio. In più, il prospetto
completamente vetrato, frantumandosi nell'impatto dell'onda d’urto causata dall’esplosione
avrebbe regalato al mondo un effetto scenico senza precedenti, mentre l’adiacente
e ampio parcheggio avrebbe potuto sia assorbire e dissipare in parte la forza
dell'esplosione e quindi proteggere gli occupanti non federali degli edifici
vicini, sia permettere delle riprese fotografiche più efficaci per motivi propagandistici.
Individuato il bersaglio, l'attacco era stato quindi pianificato per oggi, in
coincidenza con l'anniversario dell'assedio di Waco ed il 220º anniversario
della battaglia di Lexington e Concord dove nel 1775 nella contea di Middlesex,
nella provincia della Massachussetts Bay, uno scontro aveva visto impegnati un contingente di truppe britanniche ed un gruppo della milizia coloniale
che aveva avuto la meglio dando inizio alla Guerra di Indipendenza Americana tra
la Gran Bretagna e le Tredici Colonie, le colonie del Regno di Gran Bretagna sulla costa atlantica dell’America del Nord fondate
nel XVII e XVIII secolo. La preparazione della bomba, lunga e complessa, era durata sette mesi. Per
un edificio del genere c’era bisogno di qualcosa di altrettanto gigantesco. Dopo
che McVeigh e Nichols già dall’agosto del 1994 si erano occupati dei primi studi
sulle sostanze e sulle relative reazioni scaturite dalla sommatoria di esse al
fine di ottenere miscele ad alto potere distruttivo, il 30 settembre Nichols erano
stati acquistati i primi 40 sacchi ciascuno del peso di 23 chilogrammi
di Nitrato d’Ammonio, un fertilizzante preparato per la prima volta dal
chimico e farmacista tedesco Rudolph Glauber nel 1659 che lo aveva chiamato
“nitrum flammans” per via del colore giallo della sua fiamma e scoperto come
prodotto esplodente dal chimico e ingegnere svedese Alfred Nobel nel 1870. Chi
glielo aveva fornito era stata la Mid-Kansas Coop di McPherson, in Kansas,
per un totale di 920 chilogrammi, sufficienti a fertilizzare 5 ettari e mezzo
di terreno agricolo. Il mese successivo erano stati acquistati gli altri 68
sacchi, uniti ai precedenti in un deposito preso in affitto nella cittadina di
Herington, in Kansas, portando lo stoccaggio del fertilizzante a 2.484
chilogrammi. Nell’impianto da quarto di miglio per le gare di accelerazione
del Texas Motorplex, durante il Chief Auto Parts Nationals, trofeo
Winston Drag Racing Series della NHRA, la National Hot Rod Association, McVeigh
si era finto pilota col pretesto dell’urgente necessità di carburante
ad alte prestazioni riuscendo ad ottenere da Tim Chambers, un venditore di
carburante, per la cifra di 3.000 dollari del Nitrometano liquido, un composto
organico scoperto tragicamente esplosivo dopo la detonazione di un vagone
ferroviario cisterna l’1 giugno 1958, acquistato per un peso complessivo di 540
chilogrammi. Ma non era finita, dopo aver messo da parte anche delle latte di olio
combustibile per un quantitativo di 16 litri e 13 bombole di acetilene da 14
litri ciascuna, da una cava della Martin Marietta Inc., una ditta fornitrice di
aggregati e materiali da costruzione pesanti, Nichols e McVeigh avevano rubato
sette casse di Tovex Blastrite Gel in cartucce ognuna della lunghezza di 46
centimetri per un totale di 159 chilogrammi. Il Tovex, un esplosivo primario ad
alto potenziale in soluzione acquosa creato nel 1960 dalla società americana
DuPont usato soprattutto nell'industria estrattiva e composto da 50% di Nitrato
d’Ammonio e 50% di Nitrato Metilammonio, un esplosivo utilizzato come
ingrediente dai tedeschi durante la Seconda Guerra Mondiale e ripreso e
perfezionato dalla DuPont nel 1973, sarebbe stato utilizzato come carica di
spinta. Oltre al Tovex, dalla cava si erano riusciti ad impossessare anche di
una serie di inneschi, fondamentali per avviare la carica. Per primi avevano
preso dei detonatori a fuoco, degli artifizi esplosivi primari
eredi di quelli inventati dal chimico e ingegnere Alfred Nobel nel 1867 e
contenenti una piccola quantità di esplosivo secondario, la Pentrite, uno degli
esplosivi più potenti preparato per la prima volta nel 1891 dal chimico tedesco
Bernhard Tollens, innescato a sua volta da pochissimo esplosivo primario,
l’Azoturo di Piombo, preparato dalla Curtis's and Harvey Ltd Explosives Factory
nel 1890. Immediatamente dopo, quasi per caso, avevano recuperato dei detonatori
ad onda d’urto, un particolare sistema inventato da Per Anders Persson di Nitro
Nobel AB e registrato col marchio Nonel, costituito da un detonatore simile ai
precedenti ma con carica primaria di Stifnato di Piombo, esplosivo scoperto dal
chimico tedesco Peter Griess nel 1874, e innescato da un connettore, uno
speciale tubo estruso in plastica flessibile del diametro esterno di 3 millimetri
e diametro interno di 1,5 millimetri. Questo permette l’accensione del
detonatore alla sua estremità tramite un’onda esplosiva generata da un sottile
strato di esplosivo del peso di 20 grammi per metro lineare posto sul suo
diametro interno e che confina la reazione all’interno del tubo senza
ripercussioni esterne, quindi di elevato grado di sicurezza contro accensioni
accidentali sia perché il tubo di trasmissione dell’onda d’urto, se acceso con
fiamma, brucia senza dar luogo a reazione, sia perché è insensibile agli urti,
richiedendo una velocità di impatto di 300 metri al secondo per essere
innescato, e sia perché, infine, non essendo elettrico, è insensibile a
qualsiasi tipo di corrente vagante. L’esplosivo all’interno, l’HMX, formalmente Ciclotetrametilentetranitroammina,
è un esplosivo ad alta velocità dalle caratteristiche eccezionali. È stato scoperto
e brevettato nel 1930 e successivamente codificato col nome “HM” per High
Molecular weight, ad alto peso molecolare, e "X", la classificazione,
nata come lettera provvisoria ma rimasta definitiva. Dopo aver preso una serie
di bobine di questo particolare tipo di innesco di marca MS Primadet, per dare
il “via” alla bomba avevano portato via dalla cava anche dei rotoli di miccia a
lenta combustione, diretta discendente della corda di canapa catramata
brevettata il 6 settembre 1836 da William Bickford, costituita da un cordone di
cotone impermeabile con un’anima di Polvere Nera, esplosivo costituito da
74,65% di nitrato di potassio, 13,50% di carbone e 11,85% di zolfo, ricetta
arrivata ai giorni nostri grazie al monaco e scienziato Ruggero Bacone nel 1249
modificando quella comparsa per la prima volta in un'opera di Wu Ching Toung
Yao nel 1044. Michael e Lori Fortier, due amici che avevano ospitato McVeigh
per un certo periodo nella loro casa, gli avevano preparato una patente falsa a
nome di Robert D. Kling, pseudonimo ricavato dalla vecchia amicizia con un
soldato suo compagno d’addestramento con simili caratteristiche fisiche, con
cui il 14 aprile aveva pagato una stanza al Dreamland Motel di Junction
City e con cui il giorno seguente aveva affittato dalla Compagnia Ryder un
furgone Ford F-700 del 1993. Dopo aver fatto alcuni test nel deserto per
valutare le capacità distruttive della bomba, l’avevano finalmente assemblata
all’interno del vano di carico del fugone a noleggio. McVeigh e Nichols avevano
iniziato con l’imbullonare delle assi di legno al pavimento del cassone, una
base solida per tenere in posizione i vari moduli della carica, sui quali avevano
successivamente sistemato con attenzione uno accanto all’altro 13 barili di
plastica da 209 litri, 6 bianchi acquistati da una cooperativa agricola a
Hillsboro, 6 neri acquistati a Florence e 1 blu acquistato a Council Grove. Con
l’ausilio di secchi di plastica e una bilancia da bagno avevano mescolato i
composti ricavando il RNAm, uno dei più potenti esplosivi improvvisati mai
creati, con una percentuale in peso di 60% Nitrato d’Ammonio e 40% Nitrometano,
e l’ANFO, nome che sta per “Ammonium Nitrate Fuel Oil”, uno dei
preferiti dall’ETA spagnola e dagli estremisti libici e palestinesi, un esplosivo
di grande sicurezza scoperto nel 1950 e costituito da 94% Nitrato d'Ammonio, 6%
olio combustibile e altri additivi minori, di solito impiegato in grossi
quantitativi per usi civili in cave e miniere data la sua bassissima
sensibilità e il suo bassissimo costo. Questa parte di carica costituita da 9
barili di RNAm e 4 barili di ANFO del peso di 230 chilogrammi l’uno era stata “sagomata”
in modo da dirigere l'esplosione lateralmente verso l'edificio da colpire.
Nello specifico, i due avevano disposto i barili a forma di J rovesciata in
modo da formare un incavo verso la parete del Murrah Building e riequilibrando immediatamente
il peso del cassone sul lato opposto con le 13 bombole metalliche da 14 litri e
del peso di 15 chilogrammi l’una di acetilene, 182 litri di gas estremamente
infiammabile ed esplosivo. Come carica di spinta, i 159 chilogrammi di Tovex
erano stati sistemati come riempitivo degli spazi vuoti assieme ad altri 9
sacchi di Nitrato d’Ammonio per un peso di 207 chilogrammi in modo da
distribuire uniformemente la detonazione dell’esplosivo primario per tutta la
massa esplosiva. Una volta completato l’assemblaggio era stato unito il sistema
di innesco, una doppia accensione con avvio dalla parte anteriore del veicolo.
Avevano praticato due fori nella cabina, sotto il sedile, due nella carrozzeria
del vano di carico, frontalmente, e avevano affogato due serie di detonatori ad
onda d’urto nelle cartucce di Tovex da cui partivano poi i condotti contenenti
l’anima di esplosivo detonante infilati in tubi per acquari e fatti passare
all’esterno. Fissati alla carrozzeria, dipinti con lo stesso colore della
livrea del camion e fatti entrare nella cabina ai quali erano stati nastrati
due detonatori a fuoco e due spezzoni di miccia a lenta combustione da 2,5 e
1,5 metri e con velocità di fiamma di 1 metro ogni 120 secondi, avevano dato al
sistema una doppia accensione con un circuito ridondante. A questo punto la
bomba era pronta: un mostro da 3.557 chilogrammi di peso con una spaventosa sequenza
dagli effetti devastanti. Il Tovex avrebbe innescato il RNAm e di conseguenza
l’ANFO, il Nitrato d’Ammonio e l’acetilene, creando un iniziale effetto di tipo
“fuel-air” simile come concetto alla “vacuum bomb”, comunemente detta bomba
termobarica. Una volta esploso, durante la fase iniziale, l'ordigno avrebbe
disperso tutto intorno la quantità di idrocarburi che si sarebbero miscelati
con l'aria presente che nella seconda fase, una frazione di secondo dopo,
avrebbe preso fuoco innescata dalla carica principale consumando l'ossigeno
presente nell'area colpita e col risultato finale di creare una depressione
molto forte ed una violenta corrente d'aria diretta verso il centro della
depressione stessa, un effetto aggiunto alla già demolitrice carica principale.
La configurazione della carica invece avrebbe moltiplicato ancora di più gli
effetti dell’esplosivo. McVeigh e Nichols, dando una forma concava alla
configurazione, avevano riprodotto in scala gigante l’effetto Munroe utilizzato
nelle armi anticarro e nell’industria delle demolizioni: la parziale
concentrazione dell'energia esplosiva causata da un vuoto incavato in una parte
di esplosivo, una particolare reazione di cui si era accorto appunto Charles
Edward Munroe mentre lavorava nel 1888 alla U.S. Naval Torpedo Station a Newport,
negli Stati Uniti. Il principio era stato ripreso e messo in pratica 22
anni più tardi dal tedesco Egon Neumann che aveva scoperto che una carica di
Trinitrotoluene, esplosivo preparato la prima volta nel 1863 dal chimico
tedesco Julius Wilbrand, contenente un incavo di forma conica era in grado di
lacerare una lastra di metallo che in condizioni normali sarebbe stata solo
intaccata dalla stessa quantità di esplosivo. In pratica, una carica di esplosivo
sagomata, anziché disperdere la propria potenza in maniera omnidirezionale, la
concentra nella cavità praticata in precedenza sulla carica stessa, a seconda
della sua forma. Praticando quindi una cavità conica o iperbolica in un
cilindro di esplosivo fatto detonare all'opportuna distanza dal bersaglio, si
concentra la forza dell'esplosione contro un punto di esso e causa quindi una
temperatura e una sovrappressione tale da disintegrare tutto nella direzione
scelta. Secondo questo principio, l’effetto del camion bomba studiato da
McVeigh e Nichols sarebbe stato devastante: innalzamento della temperatura e
investimento degli occupanti da parte di frammenti di metallo fuso e di
cemento. Lori e Michael Fortier, inizialmente coinvolti nella progettazione dell'attentato,
vedendo le proporzioni che aveva raggiunto la bomba e intuendone i potenziali
effetti si erano tirati indietro non volendo più partecipare alla fase finale. Dopo
aver concluso il montaggio dell’ordigno McVeigh e Nichols si erano separati. Nichols
era tornato a casa, a Herington e McVeigh aveva viaggiato con il Ford F-700 fino
a Junction City. Questa mattina del 19 aprile, mentre i due sono ancora a
Oklahoma City e stanno per lasciare la città a bordo di una Mercury
Marquis gialla del 1977, All’interno del camion le micce stanno bruciando,
quella da 2,5 metri è stata accesa per prima, due minuti dopo è stato il turno di
quella da 1,5 metri. McVeigh, soddisfatto sorride, sa cosa accadrà tra poco e
per l’occasione sta indossando una maglietta stampata con il motto del
Commonwealth della Virginia, “sic semper tyrannis”, “così sempre ai
tiranni”, frase che disse Bruto mentre affondava la lama nel petto di
Giulio Cesare, e che riprese John Wilkes Booth mentre il proiettile si
faceva strada nel cranio del sedicesimo Presidente americano Abraham Lincoln. La
Mercury era stata parcheggiata a diversi isolati di distanza dal Murrah Federal
Building il giorno prima, chiusa, priva di targa e con un biglietto sul
parabrezza con scritto: "non abbandonata, si prega di non rimuovere, sarà
spostata entro il 23 aprile (necessita di batterie e cavo)", prima che i
due tornassero in Kansas col furgoncino GMC blu del 1984 di Nichols per
eseguire i controlli finali sul camion della Ryder. Questo 19 aprile è una
mattina come tante e il quartiere ha già preso vita. Al Murrah gli impiegati sono
a lavoro, all’interno dell’edificio ci sono 646 persone. Anche l’America’s Kids
Day Care Center è a pieno regime, i dipendenti coi figli piccoli hanno la
possibilità di lasciarli qui durante l’arco della giornata lavorativa. È di
solito una fortuna avere un asilo nido sul posto di lavoro, ma non oggi. Sono
le ore 09:02, all’interno della cabina del camion entrambe le micce si
esauriscono, la fiamma raggiunge i detonatori dando inizio alla tremenda
reazione a catena. All’interno dei cilindri di alluminio l’Azoturo di Piombo si
attiva facendo detonare la Pentrite che trasferisce lo shock all’HMX dei tubi Primadet.
L’onda esplosiva contenuta all’interno degli estrusi di plastica, viaggiando
alla velocità di 2.100 metri al secondo percorre i tubi per tutta la loro lunghezza,
esce dalla cabina, passa sotto il camion, entra nel cassone arrivando fino ai
detonatori che nello stesso ordine dei precedenti attiva il Tovex che detona
innescando in sequenza il resto del carico. Il tempo si ferma, il Ford F-700
della Ryder esplode davanti al secondo pilastro del lato nord dell’edificio. È
un’esplosione gigantesca, saltano i vetri di 258 edifici. Nel primo millesimo
di secondo l’onda d’urto percorre 4.755 metri alla velocità di 5 chilometri al
secondo impattando sul pilastro. Questo, progettato per resistere alla forza di
453 grammi per centimetro quadrato di un uragano che viaggia a 160 chilometri
orari, viene invece colpito con una forza superiore a 350 chilogrammi per
centimetro quadrato disintegrandosi in 4 millisecondi. Dopo aver distrutto il
pilastro, l’onda di sovrappressione annienta la facciata di vetro che non oppone
quasi nessuna resistenza e irrompe nel Murrah. L’atrio vuoto fa da canale verso
i piani superiori, l’Ufficio di Previdenza Sociale viene cancellato e la furia
dell’esplosione spalanca il pavimento dell’America’s Kids Day Care Center al
primo piano che viene spazzato via, 19 bambini sotto i 6 anni vengono
scaraventati contro le pareti che si frantumano dietro di loro. Gli occhi
esplodono, gli arti si sbriciolano, gli organi interni collassano e il sangue
esce da ogni orifizio in una morte atroce. Superato l’asilo nido l’onda d’urto si
apre un varco verso l’alto scardinando i solai alla velocità di 16 mila
chilometri orari e raggiungendo l’ottavo piano in 31 millisecondi, lo stesso
tempo in cui un airbag si gonfia dopo un incidente. Le persone vengono
sollevate dal pavimento e sbattute contro il soffitto mentre il solaio sotto di
loro sparisce. Alcuni precipitano nel vuoto, altri restano incastrati nel
calcestruzzo che nel frattempo si è aperto. La trave continua del primo piano,
che attraversa l’edificio in lunghezza e sostiene il peso dei sei piani
superiori, viene spinta verso l’interno e torta verso l’alto. Questa si spezza
ricadendo per gravità e crolla assieme al solaio. La struttura è compromessa, senza
la trave continua in un crollo progressivo cedono tutti i piani superiori. 149
persone non hanno neanche il tempo di rendersi conto di cosa stia accadendo che
un terzo dell’edificio viene giù trascinandoli assieme a travi, pilastri, solai
e arredi. Non rimarrà un granché per il riconoscimento. Tutto questo accade in
meno di 7 secondi. L’esplosione, della potenza equivalente di 2.300 chilogrammi
di Trinitrotoluene, è così violenta da danneggiare altri 324 edifici nel raggio
di sedici isolati, distruggere 86 auto, far registrare una scossa del sesto
grado della Scala Richter ed essere sentita a 89 chilometri di distanza. Una
pioggia di schegge cade incessante per 160 secondi. In basso sulla NW 5th
Street il furgone non c’è più, il suo asse è stato sparato a 120 metri di
distanza. Al suo posto c’è un cratere di 9,1 metri di larghezza e 2,4 metri di
profondità. In pochi minuti arrivano i primi soccorsi, lo scenario spettrale
che gli si presenta è quello di un bombardamento. Davanti a loro c’è una pila
di macerie alta 2 piani, 5.000 metri quadrati di uffici si sono ridotti a 650.
682 sono i feriti, molti, troppi in maniera grave. Delle vittime, soltanto 99
lavoravano effettivamente per il Governo degli Stati Uniti. A molti
sopravvissuti, rimasti incastrati sotto i detriti, verranno tagliati gli arti sul
posto per poter essere tratti in salvo, ricordo indelebile e traumatico di
quello che, fino agli attacchi dell’11 settembre 2001, rimarrò è l'attacco
terroristico più mortale nella storia degli Stati Uniti d’America.
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