TIPOLOGIA: attentato
CAUSE: carica occultata
DATA: 10 dicembre 1994
STATO: New Jersey
LUOGO: North Caldwell, Aspen Drive
MORTI: 1
FERITI: 0
Analisi e ricostruzione a cura di Luigi Sistu
È Sabato 10 dicembre
1994, Thomas J. Mosser si è svegliato tardi questa mattina. Mentre in
accappatoio scende le scale che dalla zona notte portano al soggiorno vede uno
strano pacco sul mobile dell’ingresso. È anonimo, è indirizzato a lui e ha le
dimensioni di una videocassetta. È lì da ieri, è stato consegnato di mattina e Susan,
sua moglie, ha firmato il ritiro. È avvolto in un foglio di carta marrone ed è
affrancato con francobolli da un dollaro con l’immagine di Eugene O’neill,
drammaturgo statunitense, figura fondamentale del teatro negli Stati Uniti
d’America, premio Nobel per la letteratura nel 1936 e interprete emblematico
delle inquietudini della società e della cultura americana. Mosser prende il
pacco e lo porta nella cucina della sua abitazione al numero 15 di Aspen Drive,
una via residenziale a North Caldwell, nel New Jersey, dove si è
trasferito con la famiglia da circa un anno. Veterano della Marina durante la
guerra in Vietnam e laureato in Giornalismo presso la St. Bonaventure
University di Olean, a New York, era un giornalista dell'ufficio di
Philadelphia della Associated Press. Vicepresidente esecutivo dall'inizio
dell’anno, è stato nominato 9 giorni fa direttore generale della Young &
Rubicam, una delle più grandi società di pubblicità del mondo, fondata
nel 1923, a Philadelphia. Fino alla sua promozione, Mosser era il
direttore operativo della sua sussidiaria nelle relazioni pubbliche, la
Burson-Marsteller, una società globale con sede a New York City che fornisce
servizi di comunicazioni, pubbliche relazioni e servizi pubblicitari ai
clienti, comprese le società multinazionali e le agenzie governative. Questa
società, nota soprattutto per i suoi servizi di gestione delle crisi e le
attività di lobbying politico, aveva aiutato la Exxon Mobil Corporation, una
delle principali compagnie petrolifere statunitensi di importanza mondiale che
opera sul mercato europeo col marchio Esso, a ripulire la sua immagine
dopo il disastro della Exxon Valdez, una superpetroliera lunga
300 metri, larga 50 e del peso di 30 mila tonnellate di
proprietà della ExxonMobil, che il 24 marzo del 1989 si era
incagliata contro una scogliera dello Stretto di Prince William, un'insenatura
del Golfo di Alaska, disperdendo in mare 40,9 milioni di litri
di petrolio inquinando 1.900 chilometri di coste. In uno tra i
maggiori disastri per l’ecosistema, migliaia di animali erano morti in modo
atroce. La stima? 250.000 uccelli marini, 2.800 lontre, 300 foche,
250 aquile di mare testa bianca, 22 orche e miliardi di uova di
salmone e aringa. Il danno ambientale che ne era conseguito avevano costretto
il governo degli Stati Uniti d’America a rivedere i requisiti di sicurezza
delle petroliere e assegnare i costi delle operazioni di pulizia della costa
alle compagnie petrolifere. Sono le ore 11:00 in casa Mosser, la moglie Susan è
con Kim, la figlia maggiore, 13 anni, Kelly, 15 mesi e Robin Sommese, 13 anni,
il figlio del vicino. Sono nella camera da letto al primo piano, ridono
ripensando alla festa di ieri. Thomas è al piano di sotto, è appoggiato al
tavolo, non si aspetta che il suo passato sarebbe tornato a cercarlo nel
peggiore dei modi. Prende il coltello per scartare il pacco, taglia
longitudinalmente il foglio per sfilare il contenuto: un secondo involucro di
cartone, che strappa sul lato corto. Scoperchiato il contenitore, all’interno
c’è un cofanetto in legno, è di fattura artigianale, molto semplice, pulito,
con delle cerniere in metallo avvitate sul lato lungo. Mosser lo guarda
incuriosito, non ha mai ricevuto pacchi di questo genere. Lui non lo sa, ma
oggetti simili avevano già viaggiato per gli Stati Uniti: stessa confezione,
stesso involucro, stesso cofanetto, stessi materiali, tutti spediti dalla
California settentrionale. L’uomo, dopo qualche momento di perplessità,
trascina con la mano destra il cofanetto fuori dalla sua confezione facendo
scattare un meccanismo, il piccolo orgoglio di complessità che Theodore John
"Ted" Kaczynski, il suo ideatore, aveva progettato e costruito per
lui. Con un quoziente intellettivo di 168, Kaczynski si era laureato ad Harvard
nel 1962 per frequentare successivamente l’Università del Michigan dove aveva
ottenuto un master e un dottorato di ricerca in
matematica. Specializzato in una branca dell'analisi
complessa conosciuta come “Teoria della funzione geometrica”, da
laureato alla Michigan aveva tenuto un corso alla National Science
Foundation insegnando per tre anni, pubblicando sei articoli e diventando
un Assistant Professor di matematica alla
Berkeley nel 1967. Si era dimesso poco dopo, all’età di 26 anni,
trasferendosi poi in una capanna a Lincoln, in Montana, dove ora vive
in modo essenziale con pochi soldi, senza elettricità, acqua corrente e
nutrendosi solo di caccia e prodotti della terra. È preciso, metodico, ha disegnato,
prodotto e assemblato a mano ogni elemento del marchingegno. Il meccanismo nel
cofanetto è micidiale, praticamente perfetto nella sua semplicità,
relativamente sicuro, facile da occultare e piccolo da poter essere trasportato
in una tasca. Attivato da Mosser, lo scatto dell’apertura libera una molla che
unisce due capi di un circuito elettrico alimentato da una serie di batterie
alcaline. Chiuso il circuito, la sorgente di energia fornisce la corrente
necessaria affinché l’accenditore pirotecnico elettrico “fatto in casa”, un
fusibile, attraverso il suo riscaldamento può trasmettere una fiamma ad una
carica esplosiva primaria di Polvere Nera contenuta in uno stoppino in cartone
che innesca quella principale in un tubo idraulico di metallo di
23 centimetri di lunghezza, 25 millimetri di diametro e sigillato
alle estremità. I gas si riscaldano, si espandono rapidamente verso l'esterno
generando gas ad altissima pressione e temperatura. In una frazione di secondo
si crea una pressione sufficiente da superare la resistenza del rivestimento
metallico che imprime la stessa velocità di reazione all'involucro e a dei
chiodi nastrati sopra per aumentarne l’effetto. La Polvere Nera deflagra con
una velocità di 1.400 metri al secondo, il pacco esplode tra le mani di Thomas
J. Mosser squarciandolo in maniera fatale. Il suo corpo viene devastato da
un’onda d’urto che proietta a raggiera decine di chiodi che penetrano nella
carne trapassandolo. I vistiti si incendiano, il volto viene scarnificato, le
mani spolpate e il petto aperto in due. Tre frammenti di lamiera resi affilati
dallo snervamento dell’involucro si conficcano nei polmoni e nel fegato mentre
attorno a lui la cucina è distrutta da una fiammata di 2.700 gradi centigradi che
scardina le finestre e demolisce gli arredi. La villetta trema, il primo piano
è invaso dal fumo dopo il sussulto che fa traballare i quadri. Al piano terra
il tavolo della cucina non c’è più, ciò che resta è accanto a quello che fino a
pochi secondi fa era un uomo. Attorno, i muri sono crivellati dalle schegge,
sangue e viscere sono spalmate sulla mobilia. Fuori il cortile è tappezzato di
vetri e detriti ancora fumanti. Il silenzio è rotto dalle urla di Susan che vedendo
il corpo dilaniato del marito intima ai bambini di non muoversi dalle scale. In
casa c’è silenzio, un silenzio assordante, Kim ha in braccio Kelly, Robin invece
è accanto a lei, impietrito, con la mano destra le afferra la maglia. Non sanno
cosa sia successo realmente, non immaginano che qualcuno possa essere arrivato
a tanta cattiveria. Il pacco postale delle dimensioni di un libro non era altro
che un piccolo dispositivo esplosivo portatile ben sigillato in grado di
moltiplicare esponenzialmente i gas in rapida espansione al suo interno. Tutte
le componenti per l'assemblaggio erano state reperite presso i negozi
di fai da te e nelle ferramenta. Kaczynski aveva preferito non
utilizzare esplosivi ad alto potenziale in quanto hanno bisogno di artifizi
esplosivi primari, i detonatori, e altri componenti più complessi che avrebbero
richiesto una maggiore professionalità e il ricorso a fornitori di materiale
professionale soggetti a controllo delle autorità. Ma la povertà dei materiali era
stata compensata dalla meticolosa perizia nell’assemblaggio. Aveva optato per
la Polvere Nera e l’aveva fabbricata in casa, più semplice da ottenere con
metodo artigianale. L’estrema sensibilità però aveva reso pericoloso il
confezionamento dell’ordigno a frammentazione a causa delle scintille e delle
cariche elettrostatiche che si sarebbero potute generare durante la
costruzione del tubo bomba in metallo, un rischio che Kaczynski era pronto a
correre per perorare la sua causa, azzardo incrementato ulteriormente con
l’aggiunta dei pezzi di metallo per amplificare l'effetto distruttivo e la
capacità offensiva dell'ordigno. Aveva ottenuto la miscela rifacendosi
all’antica ricetta apparsa per la prima volta in un'opera di un autore cinese,
Wu Ching Toung Yao, che nel 1044 suggeriva il dosaggio di un 74% in peso di
Nitrato di Potassio, 15% in peso di carbone e 11% in peso di zolfo, formula poi
ripresa dal monaco e scienziato Ruggero Bacone modificando le proporzioni in
74,65% di Nitrato di Potassio, 13,50% di carbone e 11,85% di zolfo, modifica
che dal 1249 è arrivata praticamente immutata fino ai nostri giorni. Kaczynski l’aveva
rivisitata ulteriormente ottenendo un composto finale costituito da 75 parti di
Nitrato di Potassio, 15 parti di carbone e 10 parti di zolfo. In questo modo,
aumentando la percentuale di Nitrato di Potassio rispetto alla formula empirica
antica aveva aumentato l'ossigeno nella miscela e di conseguenza il calore
della reazione moltiplicando la potenza esplosiva finale. Le dosi, pesate,
triturate in un mulino a biglie preventivamente e separatamente per evitare il
sollevamento del polverino e la sua autoaccensione, bagnate con etanolo e
asciugate più volte fino a ottenere un prodotto di veloce combustione, avevano
tenuto conto dell'umidità dei singoli componenti, in particolare del carbone, e
del fatto che durante la macinatura la polvere impalpabile di carbone tendeva a
separarsi dalla massa e disperdersi nel pulviscolo atmosferico. La perizia nel
costruire il suo pacco era stata pari solo all’odio verso colui che
rappresentava il progresso, il male assoluto. La Young & Rubicam per cui
Mosser lavorava ha inoltre alcuni clienti che comprendono il ramo della
tecnologia, tra cui la Digital Equipment Corporation, la Xerox, ma ha anche
rapporti professionali con il servizio postale degli Stati Uniti, la Philip
Morris, KFC, Kraft General Foods e molti altri conglomerati. Per Kaczynski,
soprannominato dall’FBI UNABOM, UNiversity and Airline BOMber, dopo che nel
1979 era riuscito a far salire un ordigno nella stiva del volo 444
della American Airlines che aveva costretto il pilota ad
un atterraggio di emergenza, il progresso è un cancro. È necessario che il
genere umano ritorni indietro, vivendo più al contatto con la natura, è la
mente che deve avere il ruolo principale nel risolvere i problemi e per fare
questo è necessario colpire le figure chiave di questo progresso, studiosi,
scienziati, pubblicitari, o comunque chi abbia lasciato un segno significativo
nel campo dell’industria, dell’informatica, della psicologia e della
genetica. Ma mentre Theodore John "Ted" Kaczynski sarà impegnato nel
portare coi suoi attacchi mirati la società ad un collasso al fine di
ripristinare il dominio dell’uomo sulle cose, il Federal Bureau of
Investigation americano lo sarà invece in una delle cacce all’uomo più lunghe e
costose della storia.
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