01 febbraio, 2021

Oslo, Regjeringskvartalet, 22 luglio 2011


TIPOLOGIA: attentato
CAUSE: camion-bomba
DATA:
22 luglio 2011
STATO: Norvegia
LUOGO: Oslo, Regjeringskvartalet
MORTI: 8
FERITI:
209

Analisi e ricostruzione a cura di Luigi Sistu

È la mattina del 22 luglio del 2011 e nella città di Oslo un furgone bianco è fermo al Regjeringskvartalet, il quartier generale del Governo. In questa struttura, oltre l’ufficio del Primo Ministro, sono presenti il Ministero di Grazie e Giustizia e della Polizia, il Ministero del Petrolio e dell’Energia, il Ministero delle Finanze, il Ministero dell’Istruzione e della Ricerca e la Corte Suprema della Norvegia. Il furgone, entrato dalla via Grensen alle ore 15:13, ha sostato davanti al Ministero della Pesca, 200 metri prima del Blocco H rimanendo immobile con le luci di emergenza accese per 1 minuto e 54 secondi, tempo utile perchè l’autista ultimasse i preparativi prima di tornare al posto di guida e rimettersi in marcia. Ha percorso gli ultimi 200 metri guidando fino al Blocco H entrando da un’apertura del blocco stradale, facendo una inversione a U nel piazzale antistante l’ingresso e successivamente retromarcia parcheggiando davanti alla vetrata dell’edificio principale del Governo, esattamente sotto l'ufficio del Primo Ministro Jens Stoltenberg. Alle ore 15:16, 16 secondi dopo aver spendo il motore, l’autista scende dal furgone, è un uomo in divisa, armato, resta immobile per 7 secondi guardandosi intorno prima di incamminarsi a passo svelto, visiera abbassata e pistola in mano, verso Hammersborg Torg dove parcheggiata c’è ad attenderlo una seconda vettura, un Fiat Doblò grigio col serbatoio pieno. Vestito tutto di nero, elmetto, giubbotto antiproiettile, maglione e pantaloni con catarifrangenti e stivali delle forze dell’ordine, è inquadrato da 10 telecamere di sorveglianza mentre sale in macchina e lascia il quartiere. L’uomo, tesserino al collo e sguardo di chi ha le idee ben chiare di cosa sta facendo, è Anders Breivik, si sta dirigendo al Campo Giovani a Utøya, una delle tre isole del lago Tyrifjorden, a 35 chilometri a nord-ovest di Oslo, nel Buskerud, dove ogni anno la Arbeidernes Ungdomsfylking, l’organizzazione giovanile del Partito Laburista Norvegese, organizza questo evento sociale per un numero di 650 iscritti. Nel piazzale del Regjeringskvartalet il furgone è ancora lì, immobile, inquadrato da due telecamere di sicurezza e osservato con attenzione dagli agenti che cercano di risalire al proprietario attraverso il numero di targa. Quello che non vedono però è la miccia che sta bruciando tra i sedili della cabina diretta verso il vano di carico. Nel frattempo, un file inviato per posta elettronica da Breivik 90 minuti prima è arrivato ai suoi 1.003 contatti che ora stanno leggendo la sua “Dichiarazione Europea di Indipendenza”, un compendio di 1.518 pagine dove spiega la sua ideologia militante di estrema destra con una visione xenofoba del mondo, abbracciando una serie di concetti politici compreso il sostegno a vari gradi di conservatorismo culturale, populismo di destra, ultranazionalismo, islamofobia, "sionismo di estrema destra" e paramilitarismo serbo. Lui si considera un cavaliere dedito ad arginare la marea dell'immigrazione musulmana in Europa, considerando l'Islam e il "marxismo culturale" nemici della patria e sostenendo una restaurazione del patriarcato che avrebbe salvato la cultura europea, annientato l’"Eurabia", il multiculturalismo, preservando quindi un'Europa cristiana arrivando fino a ripristinare le crociate storiche contro l'Islam come nel Medioevo. La messa in pratica del piano di questa guerra personale risale al maggio del 2009, all’apertura della sua azienda agricola nel comune di Åmot, nella contea di Hedmark. Proprio grazie alla "Breivik Geofarm” che aveva specializzato nella coltivazione di ortaggi, meloni, radici e tuberi e che aveva iniziato a fruttare fin da subito ingenti guadagni, era riuscito ad immagazzinare nel suo deposito grossi quantitativi di fertilizzante. 3 tonnellate di Nitrato d’Ammonio, e altrettante di Nitrato di Calcio e Ammonio, le aveva acquistate in una ditta di Felleskjøpet pagandole coi profitti dell’azienda utilizzata come copertura che gli aveva consentito di accedere ai prodotti chimici necessari per fabbricazione di esplosivi e quindi di una grossa bomba. Johann Rudolph Glauber, chimico e farmacista tedesco considerato uno dei fondatori della chimica industriale moderna e precursore dell’ingegneria chimica, aveva preparato e descritto il Nitrato d’Ammonio nel 1659 chiamandolo “nitrum flammans” per via del colore giallo della sua fiamma. A scoprire la sua esplosività era stato poi il chimico e ingegnere svedese Alfred Nobel nel 1870 e da allora il Nitrato d’Ammonio non è più stato un prodotto esclusivo per l’agricoltura bensì una delle basi per miscele esplosive più richieste al mondo. Il passo immediatamente successivo di Breivik era stato quello di cercare di reperire armi e veicoli ma il canale del mercato nero di Praga dove Breivik cercava di comprare un fucile automatico AK-47, una pistola semiautomatica Glock, delle bombe a mano, un lanciarazzi e un’auto blindata, si era rivelato un completo fallimento. Si era quindi rivolto a delle armerie specializzate direttamente in Norvegia, dove con la fedina penale pulita, la licenza di caccia e le già detenute armi da sette anni, un fucile a pompa Benelli Nova in calibro 13 e un fucile a ripetizione in calibro 308, gli avevano concesso l’acquisto di una carabina semiautomatica Ruger Mini-14 in calibro 223 e una pistola Glock 17 in calibro 9. I distintivi, i tesserini le protezioni e la divisa della Polizia di Oslo li aveva ordinati da internet nei mesi successivi, in acquisti separati e in negozi diversi per non incorrere in controlli incrociati. Già nel 2002, all’età di 23 anni, con la partecipazione attiva a vari dibattiti contro l’islam e l’immigrazione, si era radicata in lui e sempre più in profondità una convinzione violenta poi sfociata, organizzando, finanziando e mettendo in pratica coi primi preparativi del 2009, in quello che sarebbe stato il suo capolavoro della vita: un attentato terroristico. La prima parte, un attacco dinamitardo, avrebbe creato il panico in città mediante un gigantesco ordigno posizionato nel cuore politico della Nazione. Preferendo per la carica principale il Nitrato d’Ammonio al Nitrato di Calcio e Ammonio per le migliori caratteristiche, lo aveva macinato con una batteria di frullatori da cucina mescolandolo successivamente col gasolio in una betoniera da cantiere all’interno del fienile della fattoria Valstua, una  casa in mezzo ai boschi che aveva preso in affitto a 145 chilometri ad est di Oslo. Era stato attento, giorno dopo giorno, sacco dopo sacco, essendo il prodotto in lavorazione un esplosivo ad alta igroscopicità e di non facile produzione senza l’ausilio di macchinari dedicati, che l’umidità dell’aria non ne rovinasse la miscelazione. A lavoro finito era riuscito a ottenere 950 chilogrammi di ANFO che aveva poi chiuso in 38 sacchi di plastica del peso 25 chilogrammi ciascuno. Questo esplosivo, nome che sta per “Ammonium Nitrate Fuel Oil”, è una miscela esplosiva scoperta nel 1950 e costituita da 94% in peso di Nitrato d'Ammonio e 6% di olio combustibile, di solito impiegata in grossi quantitativi per usi civili data la sua bassissima sensibilità e il suo bassissimo costo. Essendo un esplosivo secondario e uno dei preferiti dagli estremisti libici e palestinesi e dall’ETA spagnola, Breivik sapeva che per la sua preparazione occorresse un rapporto ottimale combustibile-comburente che ne avrebbe assicurato la perfetta detonazione, inoltre, a causa della sua relativamente bassa sensibilità, per l’avvio avrebbe richiesto un innesco primario ad alta potenza. Per questo motivo, dal mercato nero aveva acquistato due cartucce di esplosivo per uso estrattivo del tipo emulsione, ognuna delle dimensioni di 65 millimetri di diametro, 53 centimetri di lunghezza e un peso di 2 chilogrammi, brevettate dalla Dyno Wesfarmer Ltd nel 1961 e costituita da un 90% di soluzione concentrata di Nitrato d’Ammonio e 10% di oli, cere e paraffine, che formano un composto ad alte prestazioni ideale per i lavori in sotterraneo in presenza di rocce dure ed estremamente dure. Ogni cartuccia era stata armata da un detonatore a fuoco, un artifizio esplosivo primario erede di quello inventato da Alfred Nobel nel 1867 e formato da un piccolo cilindro di alluminio contenente una piccola quantità di esplosivo secondario, la Pentrite, uno degli esplosivi più potenti, preparata per la prima volta nel 1891 dal chimico tedesco Bernhard Tollens, innescato a sua volta da uno primario, l’Azoturo di Piombo, il preparato dalla Curtis's and Harvey Ltd Explosives Factory nel 1890. Per completare la carica principale, all’estremità di ogni detonatore Breivik aveva fissato uno spezzone della lunghezza di 6 metri di miccia del tipo a lenta combustione calibrata per un percorso della fiamma di 1 metro ogni 120 secondi. Questa è la diretta discendente della corda di canapa catramata brevettata il 6 settembre 1836 da William Bickford e costituita da un cordone di cotone impermeabile con un’anima di Polvere Nera, esplosivo formato da 74,65% di nitrato di potassio, 13,50% di carbone e 11,85% di zolfo, ricetta arrivata ai giorni nostri grazie al monaco e scienziato Ruggero Bacone nel 1249 modificando quella comparsa per la prima volta in un'opera di Wu Ching Toung Yao nel 1044. Il furgone, un Volkswagen Crafter da 3,5 tonnellate noleggiato il 15 luglio dalla compagnia di noleggio Avis nel distretto Økern di Oslo, era perfetto allo scopo, 17 metri cubi di volume di carico per una massa di 2,6 tonnellate, una solida porta scorrevole sul lato e un doppio portello posteriore di 1,3 metri di larghezza e 1,8 di altezza, facile da caricare e abbastanza capiente da contenere i 38 sacchi di ANFO. Intanto al Regjeringskvartalet, all’interno del Volkswagen Crafter parcheggiato davanti allo stabile che ospita l'Ufficio del Primo Ministro, la fiamma delle micce raggiungono il cassone. Mentre si sta per scatenare l’apocalisse, nel centro governativo della città non c’è il via vai di tutti i giorni, luglio è il mese di vacanza per i norvegesi e dal venerdì pomeriggio la maggior parte dei dipendenti è a casa per il fine settimana. Non ci sono neanche il Primo Ministro Jens Stoltenberg, che si trova nella sua residenza ufficiale, nei pressi al Palazzo Reale, impegnato a preparare il discorso che terrà a Utøya domani, e il Ministro delle Finanze Sigbjørn Johnsen, in vacanza in Danimarca. Sono le ore 15:25, le micce si sono esaurite, quando una delle guardie di sicurezza del piano terra si appresta ad esaminare fisicamente il mezzo allertata dalla sala di controllo dello stabile, nel vano di carico la fiamma entra nei detonatori accendendo l’Azoturo di Piombo e di conseguenza la Pentrite che attiva la carica primaria. Le cartucce esplodono con una velocità di 4.500 metri al secondo innescando l’ANFO che si scatena decomponendosi e dando il via ad una detonazione di velocità pari a 4.000 metri al secondo. Con un boato sentito a 7 chilometri di distanza il furgone bianco si apre come una margherita, il volume di gas sprigionato, moltiplicando di 15 mila volte quello originariamente occupato dal carico, vaporizza la guardia di sicurezza e investe le strutture. L’onda d’urto impatta sulle le facciate trapassandole. Gli uffici vengono devastati, i vetri vanno in pezzi, le pareti si aprono e i pavimenti si sollevano. Sedie, scrivanie, armadi, volano sulle strade assieme ai detriti in una pioggia di vetro e metallo. Le auto in sosta sono letteralmente sollevate dall’asfalto e ribaltate su un fianco, chi si trova per strada non ha scampo, l’onda d’urto schiaccia tutto come cespugli in una tempesta e alcuni palazzi prendono fuoco. Una gigantesca nuvola nera si allarga sul Regjeringskvartalet mentre sotto di lei uno scenario apocalittico prende forma. Il furgone è sparito, le auto nei pressi del piazzale sono distrutte, gli alberi sono piegati e i rami spezzati, l’asfalto si è crepato per decine di metri e un tappeto di detriti ricopre la strada e i marciapiedi. La città si ferma, nessuno riesce a capire cosa sia successo, la terra ha tremato e il quartiere è avvolto dal fumo e dalla polvere. Molte persone sono a terra, sono 209, sanguinanti, terrorizzate e sotto shock, alcune sono state investite direttamente dalla sfera d’aria, altre sono state colpite dalle schegge lanciate come proiettili a centinaia di chilometri orari. Coi i vestiti strappati e frammenti di vetro su tutta la superficie del corpo cercano di rendersi individuabili dai soccorsi alzando le braccia e urlando. Gli ospedali universitari di Ullevål, Aker e Oslo sono presi d’assalto dai feriti con lesioni al torace, all’addome e alla testa. Di 8 persone invece non rimane molto, i loro resti sono ovunque, qualunque cosa nelle immediate vicinanze dell’esplosione è stata disintegrata, il Punto Zero sembra una zona di guerra. Nel frattempo, a qualche decina di chilometri di distanza, Anders Breivik sta ancora guidando mentre sente l’edizione straordinaria alla radio che parla di quanto appena accaduto nel centro di Oslo. Sorride compiaciuto, è andato tutto come aveva previsto, ora inizia la seconda parte del piano. Tra poco si identificherà, col nome di Martin Nilsen del Dipartimento di Polizia di Oslo, a Utøykaia, all’imbarco del traghetto MS Thorbjørn sulla sponda del lago Tyrifjorden. Senza nessun problema salirà a bordo, riuscirà a sbarcare sull’isola di Utøya e si presenterà come ufficiale di polizia inviato sul posto per montare un presidio provvisorio a seguito dell’attentato nella Capitale. Posate a terra le borse, le aprirà, estrarrà le armi e senza che nessuno riesca a fare niente se non tentare una fuga disperata inizierà una mattanza senza precedenti. Ucciderà 69 ragazzi e ne ferirà altri 110 prima di arrendersi.

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