TIPOLOGIA: attentato
CAUSE: camion-bomba
DATA: 22 luglio 2011
STATO: Norvegia
LUOGO: Oslo, Regjeringskvartalet
MORTI: 8
FERITI: 209
Analisi e ricostruzione a cura di Luigi Sistu
È la mattina del 22 luglio del 2011 e nella città di Oslo un furgone
bianco è fermo al Regjeringskvartalet, il
quartier generale del Governo. In questa struttura, oltre l’ufficio del Primo
Ministro, sono presenti il Ministero di Grazie e Giustizia e della Polizia, il
Ministero del Petrolio e dell’Energia, il Ministero delle Finanze, il Ministero
dell’Istruzione e della Ricerca e la Corte Suprema della Norvegia. Il furgone, entrato
dalla via Grensen alle ore 15:13, ha sostato davanti al Ministero della Pesca,
200 metri prima del Blocco H rimanendo immobile con le luci di emergenza accese
per 1 minuto e 54 secondi, tempo utile perchè l’autista ultimasse i preparativi
prima di tornare al posto di guida e rimettersi in marcia. Ha percorso gli
ultimi 200 metri guidando fino al Blocco H entrando da un’apertura del blocco
stradale, facendo una inversione a U nel piazzale antistante l’ingresso e successivamente
retromarcia parcheggiando davanti alla vetrata dell’edificio principale del
Governo, esattamente sotto l'ufficio del Primo Ministro Jens Stoltenberg.
Alle ore 15:16, 16 secondi dopo aver spendo il motore, l’autista scende dal
furgone, è un uomo in divisa, armato, resta immobile per 7 secondi guardandosi
intorno prima di incamminarsi a passo svelto, visiera abbassata e pistola in
mano, verso Hammersborg Torg dove parcheggiata c’è ad attenderlo una seconda
vettura, un Fiat Doblò grigio col serbatoio pieno. Vestito tutto di nero,
elmetto, giubbotto antiproiettile, maglione e pantaloni con catarifrangenti e
stivali delle forze dell’ordine, è inquadrato da 10 telecamere di sorveglianza
mentre sale in macchina e lascia il quartiere. L’uomo, tesserino al collo e
sguardo di chi ha le idee ben chiare di cosa sta facendo, è Anders Breivik, si
sta dirigendo al Campo Giovani a Utøya, una delle tre isole del lago
Tyrifjorden, a 35 chilometri a nord-ovest di Oslo, nel Buskerud, dove ogni anno
la Arbeidernes Ungdomsfylking, l’organizzazione giovanile del Partito Laburista Norvegese, organizza
questo evento sociale per un numero di 650 iscritti. Nel piazzale del Regjeringskvartalet il
furgone è ancora lì, immobile, inquadrato da due telecamere di sicurezza e
osservato con attenzione dagli agenti che cercano di risalire al proprietario
attraverso il numero di targa. Quello che non vedono però è la miccia che sta
bruciando tra i sedili della cabina diretta verso il vano di carico. Nel
frattempo, un file inviato per posta elettronica da Breivik 90 minuti prima è
arrivato ai suoi 1.003 contatti che ora stanno leggendo la sua “Dichiarazione
Europea di Indipendenza”, un compendio di 1.518 pagine dove spiega la sua
ideologia militante di estrema destra con una visione xenofoba del mondo,
abbracciando una serie di concetti politici compreso il sostegno a vari gradi
di conservatorismo culturale, populismo di destra, ultranazionalismo,
islamofobia, "sionismo di estrema destra" e paramilitarismo serbo.
Lui si considera un cavaliere dedito ad arginare la marea dell'immigrazione
musulmana in Europa, considerando l'Islam e il "marxismo culturale"
nemici della patria e sostenendo una restaurazione del patriarcato che avrebbe
salvato la cultura europea, annientato l’"Eurabia", il
multiculturalismo, preservando quindi un'Europa cristiana arrivando fino a ripristinare
le crociate storiche contro l'Islam come nel Medioevo. La messa in pratica del
piano di questa guerra personale risale al maggio del 2009, all’apertura della
sua azienda agricola nel comune di Åmot, nella contea di Hedmark. Proprio
grazie alla "Breivik Geofarm” che aveva specializzato nella coltivazione
di ortaggi, meloni, radici e tuberi e che aveva iniziato a fruttare fin da
subito ingenti guadagni, era riuscito ad immagazzinare nel suo deposito grossi
quantitativi di fertilizzante. 3 tonnellate di Nitrato d’Ammonio, e altrettante
di Nitrato di Calcio e Ammonio, le aveva acquistate in una ditta di Felleskjøpet
pagandole coi profitti dell’azienda utilizzata come copertura che gli aveva consentito
di accedere ai prodotti chimici necessari per fabbricazione di esplosivi e
quindi di una grossa bomba. Johann Rudolph Glauber, chimico e farmacista
tedesco considerato uno dei fondatori della chimica industriale moderna e
precursore dell’ingegneria chimica, aveva preparato e descritto il Nitrato
d’Ammonio nel 1659 chiamandolo “nitrum flammans” per via del colore giallo
della sua fiamma. A scoprire la sua esplosività era stato poi il chimico e
ingegnere svedese Alfred Nobel nel 1870 e da allora il Nitrato d’Ammonio non è
più stato un prodotto esclusivo per l’agricoltura bensì una delle basi per
miscele esplosive più richieste al mondo. Il passo immediatamente successivo di
Breivik era stato quello di cercare di reperire armi e veicoli ma il canale del
mercato nero di Praga dove Breivik cercava di comprare un fucile automatico AK-47,
una pistola semiautomatica Glock, delle bombe a mano, un lanciarazzi e un’auto
blindata, si era rivelato un completo fallimento. Si era quindi rivolto a delle
armerie specializzate direttamente in Norvegia, dove con la fedina penale
pulita, la licenza di caccia e le già detenute armi da sette anni, un fucile a
pompa Benelli Nova in calibro 13 e un fucile a ripetizione in calibro 308, gli
avevano concesso l’acquisto di una carabina semiautomatica Ruger Mini-14 in calibro
223 e una pistola Glock 17 in calibro 9. I distintivi, i tesserini le protezioni
e la divisa della Polizia di Oslo li aveva ordinati da internet nei mesi
successivi, in acquisti separati e in negozi diversi per non incorrere in
controlli incrociati. Già nel 2002, all’età di 23 anni, con la partecipazione
attiva a vari dibattiti contro l’islam e l’immigrazione, si era radicata in lui
e sempre più in profondità una convinzione violenta poi sfociata, organizzando,
finanziando e mettendo in pratica coi primi preparativi del 2009, in quello che
sarebbe stato il suo capolavoro della vita: un attentato terroristico. La prima
parte, un attacco dinamitardo, avrebbe creato il panico in città mediante un
gigantesco ordigno posizionato nel cuore politico della Nazione. Preferendo per
la carica principale il Nitrato d’Ammonio al Nitrato di Calcio e Ammonio per le
migliori caratteristiche, lo aveva macinato con una batteria di frullatori da
cucina mescolandolo successivamente col gasolio in una betoniera da cantiere
all’interno del fienile della fattoria Valstua, una casa in mezzo ai boschi che aveva preso in affitto
a 145 chilometri ad est di Oslo. Era stato attento, giorno dopo giorno, sacco
dopo sacco, essendo il prodotto in lavorazione un esplosivo ad alta
igroscopicità e di non facile produzione senza l’ausilio di macchinari dedicati,
che l’umidità dell’aria non ne rovinasse la miscelazione. A lavoro finito era
riuscito a ottenere 950 chilogrammi di ANFO che aveva poi chiuso in 38 sacchi di
plastica del peso 25 chilogrammi ciascuno. Questo esplosivo, nome che sta per “Ammonium Nitrate Fuel Oil”,
è una miscela esplosiva scoperta nel 1950 e costituita da 94% in peso di
Nitrato d'Ammonio e 6% di olio combustibile, di solito impiegata in grossi
quantitativi per usi civili data la sua bassissima sensibilità e il suo
bassissimo costo. Essendo un esplosivo secondario e uno dei preferiti dagli
estremisti libici e palestinesi e dall’ETA spagnola, Breivik sapeva che per la
sua preparazione occorresse un rapporto ottimale combustibile-comburente che ne
avrebbe assicurato la perfetta detonazione, inoltre, a causa della sua relativamente
bassa sensibilità, per l’avvio avrebbe richiesto un innesco primario ad alta potenza.
Per questo motivo, dal mercato nero aveva acquistato due cartucce di esplosivo
per uso estrattivo del tipo emulsione, ognuna delle dimensioni di 65 millimetri
di diametro, 53 centimetri di lunghezza e un peso di 2 chilogrammi, brevettate
dalla Dyno Wesfarmer Ltd nel 1961 e costituita da un 90% di soluzione
concentrata di Nitrato d’Ammonio e 10% di oli, cere e paraffine, che formano un
composto ad alte prestazioni ideale per i lavori in sotterraneo in presenza di rocce
dure ed estremamente dure. Ogni cartuccia era stata armata da un detonatore a
fuoco, un artifizio esplosivo primario erede di quello inventato da
Alfred Nobel nel 1867 e formato da un piccolo cilindro di alluminio contenente
una piccola quantità di esplosivo secondario, la Pentrite, uno degli
esplosivi più potenti, preparata per la prima volta nel 1891 dal chimico
tedesco Bernhard Tollens, innescato a sua volta da uno primario, l’Azoturo di
Piombo, il preparato dalla Curtis's and Harvey Ltd Explosives Factory nel 1890.
Per completare la carica principale, all’estremità di ogni detonatore Breivik
aveva fissato uno spezzone della lunghezza di 6 metri di miccia del tipo a
lenta combustione calibrata per un percorso della fiamma di 1 metro ogni 120
secondi. Questa è la diretta discendente della corda di canapa catramata
brevettata il 6 settembre 1836 da William Bickford e costituita da un cordone
di cotone impermeabile con un’anima di Polvere Nera, esplosivo formato da
74,65% di nitrato di potassio, 13,50% di carbone e 11,85% di zolfo, ricetta
arrivata ai giorni nostri grazie al monaco e scienziato Ruggero Bacone nel 1249
modificando quella comparsa per la prima volta in un'opera di Wu Ching Toung
Yao nel 1044. Il furgone, un Volkswagen Crafter da 3,5 tonnellate noleggiato il
15 luglio dalla compagnia di noleggio Avis nel distretto Økern di Oslo, era
perfetto allo scopo, 17 metri cubi di volume di carico per una massa di 2,6
tonnellate, una solida porta scorrevole sul lato e un doppio portello posteriore
di 1,3 metri di larghezza e 1,8 di altezza, facile da caricare e abbastanza
capiente da contenere i 38 sacchi di ANFO. Intanto al Regjeringskvartalet, all’interno
del Volkswagen Crafter parcheggiato davanti allo stabile che ospita l'Ufficio
del Primo Ministro, la fiamma delle micce raggiungono il cassone. Mentre si sta
per scatenare l’apocalisse, nel centro governativo della città non c’è il via
vai di tutti i giorni, luglio è il mese di vacanza per i norvegesi e dal
venerdì pomeriggio la maggior parte dei dipendenti è a casa per il fine
settimana. Non ci sono neanche il Primo Ministro Jens Stoltenberg, che si trova
nella sua residenza ufficiale, nei pressi al Palazzo Reale, impegnato a
preparare il discorso che terrà a Utøya domani, e il Ministro delle Finanze Sigbjørn
Johnsen, in vacanza in Danimarca. Sono le ore 15:25, le micce si sono esaurite,
quando una delle guardie di sicurezza del piano terra si appresta ad esaminare
fisicamente il mezzo allertata dalla sala di controllo dello stabile, nel vano
di carico la fiamma entra nei detonatori accendendo l’Azoturo di Piombo e di
conseguenza la Pentrite che attiva la carica primaria. Le cartucce esplodono
con una velocità di 4.500 metri al secondo innescando l’ANFO che si scatena decomponendosi
e dando il via ad una detonazione di velocità pari a 4.000 metri al secondo.
Con un boato sentito a 7 chilometri di distanza il furgone bianco si apre come
una margherita, il volume di gas sprigionato, moltiplicando di 15 mila volte
quello originariamente occupato dal carico, vaporizza la guardia di sicurezza e
investe le strutture. L’onda d’urto impatta sulle le facciate trapassandole. Gli
uffici vengono devastati, i vetri vanno in pezzi, le pareti si aprono e i
pavimenti si sollevano. Sedie, scrivanie, armadi, volano sulle strade assieme
ai detriti in una pioggia di vetro e metallo. Le auto in sosta sono
letteralmente sollevate dall’asfalto e ribaltate su un fianco, chi si trova per
strada non ha scampo, l’onda d’urto schiaccia tutto come cespugli in una
tempesta e alcuni palazzi prendono fuoco. Una gigantesca nuvola nera si allarga
sul Regjeringskvartalet mentre
sotto di lei uno scenario apocalittico prende forma. Il furgone è sparito, le
auto nei pressi del piazzale sono distrutte, gli alberi sono piegati e i rami
spezzati, l’asfalto si è crepato per decine di metri e un tappeto di detriti
ricopre la strada e i marciapiedi. La città si ferma, nessuno riesce a capire
cosa sia successo, la terra ha tremato e il quartiere è avvolto dal fumo e
dalla polvere. Molte persone sono a terra, sono 209, sanguinanti, terrorizzate
e sotto shock, alcune sono state investite direttamente dalla sfera d’aria,
altre sono state colpite dalle schegge lanciate come proiettili a centinaia di
chilometri orari. Coi i vestiti strappati e frammenti di vetro su tutta la
superficie del corpo cercano di rendersi individuabili dai soccorsi alzando le
braccia e urlando. Gli ospedali universitari di Ullevål, Aker e Oslo sono presi
d’assalto dai feriti con lesioni al torace, all’addome e alla testa. Di 8
persone invece non rimane molto, i loro resti sono ovunque, qualunque cosa
nelle immediate vicinanze dell’esplosione è stata disintegrata, il Punto Zero
sembra una zona di guerra. Nel frattempo, a qualche decina di chilometri di
distanza, Anders Breivik sta ancora guidando mentre sente l’edizione
straordinaria alla radio che parla di quanto appena accaduto nel centro di
Oslo. Sorride compiaciuto, è andato tutto come aveva previsto, ora inizia la
seconda parte del piano. Tra poco si identificherà, col nome di Martin Nilsen del
Dipartimento di Polizia di Oslo, a Utøykaia, all’imbarco del traghetto MS
Thorbjørn sulla sponda del lago Tyrifjorden. Senza nessun problema salirà a
bordo, riuscirà a sbarcare sull’isola di Utøya e si presenterà come ufficiale
di polizia inviato sul posto per montare un presidio provvisorio a seguito dell’attentato
nella Capitale. Posate a terra le borse, le aprirà, estrarrà le armi e senza
che nessuno riesca a fare niente se non tentare una fuga disperata inizierà una
mattanza senza precedenti. Ucciderà 69 ragazzi e ne ferirà altri 110 prima di
arrendersi.
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